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Alan Turing e l’enigma della maratona perfetta

Paolo Aralla musiche e live electronics
Guido Barbieri testo e voce narrante
Michele Marco Rossi violoncello e voce narrante

La vita. Alan Turing, classe 1912, non è stato soltanto uno dei maggiori matematici del Novecento: il padre dell’informatica, dell’intelligenza artificiale, l’uomo che ha decifrato l’impenetrabile Codice Enigma. Accanto all’interesse per il calcolo, per i crittogrammi, per i giochi matematici ne ha coltivato un altro, anch’esso in un certo senso legato ai numeri: la maratona. Non è stato affatto un hobby, un passatempo occasionale, bensì una disciplina praticata con metodo e con costanza: una passione che solo per caso non è diventata una professione.

Alan – come tutti i coetanei della sua città, Sherbourne – inizia da bambino a giocare a calcio. Ma d’inverno i campi, nello Warwichshire, si trasformano in distese di melma e di fango. E allora il ragazzo si mette a correre. Senza una meta, senza una ragione. Ma va veloce. In testa ha però soprattutto la chimica, l’astronomia, la matematica. Nel 1931 viene ammesso al King’s College della Cambridge University dove diventa allievo di Ludwig Wittgenstein e si dedica mente e anima alla logica, alla meccanica quantistica, alla teoria delle probabilità. Ma non dimentica il corpo e la sua passione per la corsa. Quasi tutti i giorni percorre, correndo, sempre lo stesso tratto di strada: da Cambridge a Ely e ritorno, quasi cinquanta chilometri. Non lo fa per allenarsi, non ha certo intenzione, in questo periodo, di diventare un maratoneta. Ma corre, corre senza risparmiare il fiato. Nel 1938 ottiene il PH.D in Fisica e Matematica all’Università di Princeton.

Alla vigilia della seconda guerra mondiale Turing viene assunto al Department of Communications del Regno Unito e insieme ad un gruppo di crittografi si trasferisce – come racconta il film The Imitation Game di Morten Tyidum – nel laboratorio segreto di Bletchey Park dove riesce a decifrare il famoso Codice Enigma, la cifratrice con la quale l’esercito tedesco pianifica le operazioni belliche. Dopo la fine del conflitto si trasferisce al National Phisical Laboratory dove progetta il primo prototipo di computer, il famoso Ace, Automatic Computer Engine. È proprio qui che si riaccende – dopo essere rimasta sotto la cenere per dieci anni – la sua passione per la corsa. Ogni giorno precorre, da solo, tra i venti e trenta chilometri. A chi gli chiede il perché di quella strana abitudine risponde: “Faccio un lavoro stressante. Ho bisogno di liberare la mente, corro per non pensare”. Alan non si accorge nemmeno di essere veloce. Straordinariamente veloce. Viene però notato da un gruppo di atleti del Walton Atheltic Club, una società sportiva del Surrey, che lo vuole a tutti i costi tra le sue fila. Nessuno di loro sa di preciso che cosa faccia, di mestiere, quell’uomo magro, allampanato e taciturno. Lo scoprono soltanto quando un giornale sportivo, l’Athletics Weekly, pubblica un articolo intitolato: “L’atleta del Walton Club è lo stesso Alan Turing che ha creato la macchina che pensa”.

Guido Barbieri insegna Storia ed estetica della Musica al Conservatorio “Bruno Maderna” di Cesena. Per vent’anni critico musicale del quotidiano La Repubblica, scrive attualmente per pagine culturali de Il Manifesto. Collabora stabilmente come tutor con la Biennale Musica di Venezia. Dal 1980 voce “storica” di Radio 3 si dedica principalmente, oggi, alla drammaturgica musicale, rivolgendo una particolare attenzione alla “musica della realtà”.
Ha scritto testi, libretti e readings destinati ad alcuni dei maggiori compositori italiani: Ennio Morricone, Adriano Guarnieri, Azio Corghi, Ivan Fedele, Lucia Ronchetti, Silvia Colasanti, Riccardo Nova, Fabio Cifariello Ciardi, Claudio Rastelli, Mauro Cardi, Robeerta Vacca, Luigi Ceccarelli, Paolo Marzocchi, Fabrizio De Rossi Re, Andrea Molino, Michele Tadini, Michele Sammarchi, Paolo Aralla e molti altri.
Ha condiviso il palcoscenico, nel ruolo di voce narrante e recitante, con musicisti come Mario Brunello, Giuliano Carmignola, Andrea Lucchesini, Marco Rizzi, Danilo Rossi, Giampaolo Pretto, Alessio Allegrini, Luca Franzetti, Claudio Pasceri, Gabriele Mirabassi, Ramin Bahrami, Maurizio Baglini, Silvia Chiesa, Gabriele Pieranunzi, Francesco Senese, Roberto Prosseda, Giuseppe Andaloro, Michele Marco Rossi, Massimo Mercelli, Laura Catrani, Valentina Coladonato, l’Ensemble Ars Ludi.
I suoi testi sono stati messi in scena e interpretati, in diversi teatri italiani e stranieri, da personalità del teatro come Giorgio Barberio Corsetti, Elio De Capitani, Carlo Cecchi, Toni Servillo, Maria Paiato, Moni Ovadia, Vinicio Marchioni, Alessio Pizzech e molti altri.
I titoli più importanti sono Portopalo. Nomi su tombe senza corpi, Night Commuters, Three Miles Island, Al Kamandjati, basato sulla storia del musicista palestinese Ramzi Aburedwan, Le ossa di Cartesio, In alloro mutò il suo pianto. Numerosi in particolare, i testi e gli spettacoli dedicati alla musica della Shoah. Tra gli altri La corda spezzata, un radiodramma sui musicisti di Terezin prodotto da Radio 3 e presentato al Prix Italia, l’adattamento di Badenheim 1939 di Aaron Appelfeld e de I Cannibali di George Tabori, Le imperdonabili, basato sui Diari di Etty Hillesum, Un violoncello nell’inferno di Terezin, Dove almeno troverò un po’ di pace, dedicato alla vicenda di Orlando Orlandi Posti, uno dei martiri delle Fosse Ardeatine, Il diario di Dora Klein, Storia di Jean e Jean, sulla vicenda di Jean Le Boulaire/Jean Lanier, e inoltre il libretto dell’opera Il viaggio di Roberto. Un treno verso Auschwitz, su musiche di Paolo Marzocchi. Le opere più recenti sono In alloro mutò il suo pianto con musiche di Luigi Sammarchi, presentato a Bologna Festival 2021, The Running Game con Paolo Aralla e Michele Marco Rossi messo in scena al Festival Est Ovest di Torino, Storia di un Gesù con Massimo Mercelli e l’Orchestra Calamani al Teatro Mancinelli di Orvieto, Vorrei essere scrittore di musica, un recital per voce narrante e violoncello ideato insieme Mario Brunello e dedicato al rapporto tra Pasolini e Bach, e infine due lavori con le musiche originali di Paolo Marzocchi: Ho bisogno di un eroe, dedicato alla relazione amorosa tra George Byron e Teresa Guiccioli, e Stabant Matres, rappresentato nella Chiesa di S. Vitale, a Ravenna, per Ravenna Festival 2023.
Dopo avere fondato la Human Right Orchestra, la rassegna Contemporanea all’Auditorium di Roma, l’Associazione She Lives e il Comitato Terezin 17/10 attualmente è direttore artistico della Società dei Concerti Guido Michelli di Ancona e del Festival del Quartetto al Teatro dei Documenti di Roma, nonché membro del comitato artistico (insieme a Bernard Haitink, Diego Matheusz e Francesco Senese) del Festival sull’Acqua di Colico e della direzione artistica dell’Archivio Nazionale del Diario di Pieve S. Stefano. Tuttora scrive saggi e tiene conferenze per le maggiori istituzioni musicali italiane. Nel 2009 ha ricevuto il Premio Feronia per la critica musicale.

Classe 1989, Michele Marco Rossi si è affermato come uno degli interpreti di riferimento per la musica d’oggi, ampliando significativamente il repertorio del violoncello nel suo lavoro a stretto contatto con i più grandi compositori del nostro tempo.
Per lui hanno scritto i loro nuovi pezzi per Violoncello Solo compositori come G. Aperghis, I. Fedele, B. Gander, F. Vacchi, A. Solbiati, L. Ronchetti, N. Baba, F. Perocco, M. Franceschini, V. Montalti, F. Gardella, Z. Baldi, P. Corrado, F. Cifariello Ciardi, e collabora con E. Poppe, H. Lachenmann, K. Penderecki, C. Bauckholt, U. Chin, K. Huber, B. Furrer tra i moltissimi. Salvatore Sciarrino compone per lui Linee d’aria per violoncello e orchestra, e Ivan Fedele gli dedica il suo 3° Concerto per Violoncello e Orchestra.
Nel 2023 debutta con due recital solistici al Teatro alla Scala di Milano per il Festival Milano Musica.
Le principali stagioni concertistiche ospitano regolarmente i suoi concerti, che abbracciano un repertorio di oltre 500 anni e si articolano come una continua ricerca e scoperta in diretta condivisione con il pubblico.  Insieme a Direttori come Kent Nagano, Oksana Lyniv, Enno Poppe, Marco Angius, Tito Ceccherini, Michele Marco Rossi esegue Seven Words di Sofja Gubaidulina con l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, realizza la prima assoluta di Adagio e Minuetto variato di Goffredo Petrassi e di Passionis Fragmenta di Salvatore Sciarrino con l’Orchestra di Padova e del Veneto.
Debutta con l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna per la prima assoluta del 2° Concerto per Violoncello e Grande Orchestra di Luis de Pablo, con l’Orchestra del Teatro Petruzzelli in un’unica serata per i Concerti n.1 e n.2 per Violoncello e Orchestra e con l’Orchestra Sinfonica Abruzzese per il Doppio Concerto Dioscuri di Ivan Fedele.
Nel 2022 l’Associazione Nazionale dei Critici Musicali gli conferisce il Premio Abbiati del Disco per la sua registrazione dell’integrale della musica per Violoncello di Ivan Fedele (ed. Kairos). Per Kairos vengono pubblicati anche i dischi monografici su Lucia Ronchetti (Action Music Pieces) e Hannes Kerschbaumer (Schraffur), e per Brilliant Classics l’integrale della musica da camera con pianoforte di Riccardo Malipiero.
La critica lo definisce come un “interprete di eccellenza, capace anche di appassionare anche un pubblico di non iniziati alla contemporanea” (il Giornale della Musica), “Usa e abusa dello strumento come un maestro consolidato e come un genio, canta e recita e impressiona” (Euronews), “Solista eccelso per tecnica e passione” (Il Manifesto), “protagonista di una prova maiuscola fatta di arcate decise e capace di rendere con pienezza le angosce ritmiche della partitura” (Le Salon Musical).
Rossi dal 2023 scrive per la rivista Archi Magazine curando una nuova rubrica di sue conversazioni con i maggiori compositori del nostro tempo, e ha collaborato in progetti con Nicola Piovani, Andrea Camilleri e Valerio Magrelli, portando avanti un progetto trasversale di approfondimento e diffusione dell’espressione contemporanea.

Paolo Aralla nasce a Lecce nel 1960. Determinanti per la sua formazione artistica gli incontri con Franco Donatoni, con il quale studia presso l’Accademia Chigiana di Siena (borse di studio dalla Siae e dal Conservatoire Superieur di Parigi) e l’Accademia Nazionale di S. Cecilia di Roma, e Marcel Couraud con il quale approfondisce il repertorio sinfonico-corale sia classico che del ‘900 storico. Si segnala vincendo importanti concorsi di composizione: nel 1987 primo premio al concorso internazionale Atem di Terni; nel 1990 primo premio al concorso internazionale “Gaudeamus” di Amsterdam e secondo premio al c oncorso internazionale “C. Togni” di Brescia; nel 1995 terzo premio al concorso internazionale “Contilli” di Messina; nel 1997 vince la selezione dal Comitato di Lettura dell’Ensemble Intercontemporain che gli commissiona un lavoro per orchestra, “Maree: primo quaderno”, eseguito in prima assoluta alla Cité de la Musique (Parigi 1999) sotto la direzione di Jonathan Nott. Ha inoltre ricevuto commissioni dalla Fondazione Arturo Toscanini, dal Miller Theatre (Columbia University) di New York, dal Teatro Comunale di Bologna, dal Cedar Lake di New York, dalla Fondazione Gaudeamus di Amsterdam, dalla Biennale di Venezia, dal Joyce Theatre di New York, dal Teatro di Perm; nella primavera 2009 l’Austrian Cultural Forum di New York gli dedica un concerto monografico affidato ai musicisti dell’Either/Or ensemble. La sua musica è interpretata da musicisti quali Günter Neuhold, Eva-Maria Kurhau, Maurizio Ben Omar, Antonio Politano, Francesco Dillon, Het Trio, Sarah Leonard, Haesung Choe, Enzo Porta, Stefano Malferrari, Michael Nicolas, Erin Lesser, MDI ensemble, Yoichi Sugiyama, Quartetto Foné, Quartetto Klima, BIT20 Ensemble, Österreichisches Ensemble für Neue Musik, Nuovo Ensemble Europeo, Ensemble 20, Zephir Ensemble, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, Orchestra Toscanini. E’ presente in numerosi centri di produzione: Amsterdam (Gaudeamus), Bologna (Bologna Festival, Teatro Comunale, Accademia Filarmonica), Parigi (Radio France, Cité de la Musique), Londra, Palermo (Spasimo), Montepulciano (Cantiere Internazionale d’arte), Parma (Teatro Farnese), Portland, Losanna, Tokio, San Francisco, New York, Roma (Foro Italico), Milano (Milano Musica), Torino, Salisburgo (Orchesterhaus), Cincinnati, Siena, Venezia (Biennale Musica), Spoleto (Festival dei Due Mondi), Mittelfest ecc.. Da diversi anni è impegnato nel campo dell’informatica musicale: dal 1992 al 1997 realizza, presso lo studio “MMT” di Milano, le parti elettroniche di alcuni suoi lavori; nel 1997 è invitato presso l’IRCAM di Parigi per uno stage di specializzazione di informatica musicale, approfondendo l’utilizzo dei principali software di ausilio alla composizione (PWGL e Max/MSP). Nel 2001 fonda, insieme ad altri compositori europei e con il sostegno dell’Ircam di Parigi, il gruppo PRISMA (Pedagogia e Ricerca Internazionale sui Sistemi Musicali Assistiti da computer). Fra le finalità di Prisma è centrale quella dello scambio delle conoscenze e degli sviluppi relativi alle tecnologie di ausilio alla composizione. Dal 2005 collabora con il coreografo Luca Veggetti alla realizzazione di una serie di progetti coreografico-musicali (PiecesForTheHumanVoice) nei quali è caratterizzante l’uso dei dispositivi di elaborazione del suono in tempo reale: • “Silence/Text”, per i danzatori del New York City Ballet (Joyce Theatre di New York – 2006) • “O – new version”, per i danzatori dell’Operà di Parigi (2006) • “Ensemble for Somnambulists” (Portland – 2006 e 2007) • “Four/Voice”, per i danzatori del New York City Ballet (Miller Theatre di New York – 2007) • “Play for dancer”, Milano (Pim Spazio Scenico di Milano – 2008) • “O”, per i danzatori dell’Operà di Parigi (2008) • “Memory/Measure”, per il Cedar Lake di New York (2009) • “Upon a Ground”, per i danzatori del New York City Ballet (Spoleto – 2009) • “Script”, per i danzatori del Cincinnati Ballet (2009) • “Nothing”, Festival MilanOltre (2009) • “Meditations on Violence”, Teatro di Perm (2011) • “Scene/Two”, per i danzatori della Julliard School (2012) • “Vivo e Coscienza”, per i danzatori della Scuola di Teatro/Danza Paolo Grassi di Milano (2013) • Non essere, una tentazione – Teatro Verdi Milano (2016) • Scenario – per il MART di Rovereto (2016). Fonda a Bologna nel 2002, con un gruppo di compositori e strumentisti, il FontanaMIXensemble ed insieme a Francesco La Licata è, dal 2004, ideatore e direttore artistico della rassegna di concerti Exitime dedicata alle esperienze musicali della contemporaneità. E’ docente di “Composizione” presso il Conservatorio “G.B. Martini” di Bologna.